Descrizione
Oltre alla schedatura di una sessantina di opere, il catalogo accoglie saggi critici e apparati documentari per un compendio insostituibile sulle presenze dei fiamminghi in città e sulla ricezione della loro arte da parte dei maestri locali, nell’epoca di massimo splendore per la Superba.
Non solo Rubens e Van Dyck – di quest’ultimo un inedito, un’opera mai esposta prima e diverse precisazioni attributive, critiche e documentarie –, ma anche gli artisti nordici che qui hanno fatto fortuna: Giulliam van Deynen, Jan Roos, Giacomo Legi, Cornelis e Lucas de Wael, Peter Boel, Vincenzo Malò, Jan Wildens e Giovanni Howart. In dialogo con essi, i pittori locali che hanno appreso il mestiere nei loro atelier, come Stefano Camogli e Anton Maria Vassallo, in un intreccio di parentele, opere a quattro mani e reciproche ispirazioni. Per capire la specificità di una nuova lingua pittorica che non può definirsi altro che “fiammingo-genovese”.
Un volume completo e aggiornato su un capitolo fondamentale della storia dell’arte genovese che, per l’importanza dei suoi protagonisti, ha un rilievo ben riconosciuto a livello internazionale.
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