Descrizione
I ritratti di famiglia sui monumenti sepolcrali veicolavano un’idea di nucleo domestico adatta alla rappresentazione funebre, cioè che durasse nel tempo e che soddisfacesse le richieste della committenza di definire il proprio orizzonte personale alla comunità che frequentava le necropoli e ai membri superstiti della propria famiglia. L’analisi di questi ritratti illustra gli elementi che caratterizzavano questa comunicazione iconica e ricostruisce come essi venissero assemblati dai committenti del tempo per delineare la propria identità familiare su sepolcro. Scelte personali e immagini alla moda delineano dunque un articolato panorama iconografico, che si apprezza nel catalogo di più di seicento monumenti, provenienti dai territori dell’Italia centro-settentrionale e compresi tra il I secolo a.C. e l’inizio del IV d.C. Il volume in questione adotta pertanto una prospettiva ampia, mirata a contestualizzare le immagini nelle comunità che le avevano prodotte e che ne attribuivano significato. Tiene conto delle specificità della famiglia romana, note soprattutto da fonti giuridiche e letterarie, e considera le differenze ce intercorrono tra la famiglia per la società dei vivi e quella della comunità dei morti. Sviluppa quindi lo studio delle immagini e delle mode iconografiche, partendo dalle specificità del supporto monumentale, passando per la definizione degli schemi iconografici e del significato parentale, desunto dalle iscrizioni, e arrivando, poi, alla caratterizzazione del singolo ritratto. Ricostruisce, infine, come erano assemblati questi elementi semantici minimi che caratterizzavano visivamente le famiglie romane, attraverso norme condivise che interagivano attivamente con la realtà sociale e demografica del tempo.
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