Descrizione
Attraverso un’accurata selezione di circa una ottantina di opere, esposte al Chiostro del Bramante di Roma, il volume racconta l’Oriente così come è stato rappresentato nella pittura dell’Ottocento italiano.
Gli echi della spedizione di Napoleone in Egitto, i resoconti degli esploratori, uniti alle cronache di piaceri proibiti, odalische, harem e hammam, avevano infatti infiammato – nel corso del XIX secolo – la fantasia del Vecchio Continente. Una malia che stregò molti artisti, alimentata da committenti altrettanto presi dal fascino di un Oriente vicino e, allo stesso tempo, lontanissimo.
Il volume dà conto di questa ventata d’Oriente in pittura, a cominciare da Francesco Hayez, che pur non muovendosi dall’Italia si lasciò felicemente contagiare dalla moda dell’esotico, proseguendo con Ippolito Caffi, Alberto Pasini, Roberto Guastalla – che partì alla volta di carovane e città portandosi dietro non solo la tavolazza ma anche uno strumento nuovo, la macchina fotografica –, Stefano Ussi e Cesare Biseo, e ancora Federico Faruffini, Eugenio Zampighi, Pompeo Mariani, Augusto Valli, Giulio Viotti, Achille Glisenti, Giuseppe Molteni, e naturalmente i meridionali Domenico Morelli, Vincenzo Marinelli, Fabio Fabbi, Ettore Cercone e Francesco Netti, a conferma della trasversalità e del dilagare in tutta la penisola dell’affascinante pandemia.
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