Descrizione
Questo volume presenta casi di studio sull’uso del trapano, dall’antico Egitto fino all’inizio del XX secolo.
“La storia dell’uso del trapano nella scultura europea non è ancora stata scritta, sebbene dovrebbe essere affascinante”. Così sosteneva Rudolf Wittkower in una delle lezioni sui processi e i principi della scultura che tenne come Slade Professor of Fine Arts a Cambridge nel 1970. In accordo con la visione di Wittkower, questo volume presenta una serie di casi di studio sull’uso del trapano che vanno dall’antico Egitto all’inizio del XX secolo. Concepito come catalogo di una mostra ideale, il libro illustra, in ordine cronologico, diverse opere d’arte la cui creazione ha dipeso in modo significativo da questo strumento: non solo statue e bassorilievi, ma anche decorazioni architettoniche, vasi in pietre preziose e oggetti d’uso quotidiano, realizzati in una varietà di materiali tra cui marmo, legno, argilla, avorio e altro ancora.
Questa varietà mette in luce la straordinaria sfida affrontata nel corso dei millenni dal trapano nelle sue numerose forme (trapani ad arco, succhielli, trapani a pompa, solo per citarne alcune), che non ha subito significative trasformazioni tecnologiche fino all’avvento dell’elettricità. Questo strumento si è confrontato direttamente, più di altri, con la durezza dei materiali scultorei, perforandoli, fendendoli e manipolandoli oltre ogni apparente limite imposto dalla natura. Nel suo confronto con il trapano, la stessa affordance del materiale è stata minacciata, sconfitta dalla volontà espressiva degli scultori, dalle loro culture visive, dai loro quadri di riferimento e dalle loro nozioni di natura e arte.
Questo volume è dedicato all’esplorazione e alla comprensione di questa sfida.


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