Descrizione
Il volume riunisce oltre duecento immagini di splendidi dipinti di paesaggio, dedicati ai luoghi incantati del golfo di Napoli, Capri, Ischia, Procida, e alle perle di quello di Salerno, Amalfi, Positano, Sorrento, Atrani; non mancano, inoltre, vedute della città che flessuosamente si allunga nel mare come un’“incantevole sirena”, come la vide l’architetto Ettore Bernich.
Guardando queste immagini è possibile scorrere la storia del paesaggio napoletano del secolo XIX, attraversato da grandi rivoluzioni. Il saggio che precede il corpus delle opere è una riflessione su questa storia della quale ripercorre le tappe fondamentali: dall’eredità tardo-settecentesca della veduta e del paesaggio descrittivo di memoria hackertiana, ai primi contatti col vero, alla Scuola di Posillipo, all’apertura verso un nuovo modo di vedere pronunciato da Filippo Palizzi, alle eminenti personalità presenti a Napoli nella prima metà del secolo, compresa la colonia dei pittori stranieri. Questa riflessione continua analizzando i mutamenti avvenuti dopo l’Unità d’Italia, la consapevolezza severa del vero dei pittori della Scuola di Resina e di quelli che, all’opposto, tendevano al preziosismo della pittura spagnola di Mariano Fortuny, fino alla germinazione di nuove idee che costituiranno gli ultimi vent’anni del secolo e al nuovo modo di intendere la natura al passaggio al Novecento.
Sicuramente alla base della pittura di realtà concorsero proprio le novità apportate dalla pittura di paesaggio, che a Napoli nel decennio Sessanta-Settanta si percepiva come di grande modernità; ma già nella prima metà del secolo si era vissuta la grande esperienza della Scuola di Posillipo, che rimane ancora un unicum nella storia del paesaggio italiano.
Il volume presenta molti dipinti inediti, altri assenti agli studi da parecchio tempo, frutto di recenti ritrovamenti.
Un ruolo importante è svolto dal collezionismo che per tutto il secolo è stato parte attiva sia nel recepire ed accettare le trasformazioni dettate dagli artisti, sia nel condizionare le loro scelte. Il motivo della dispersione delle opere nelle varie città del mondo risiede anche in questo: infatti, centrale è stata la figura del mercante Goupil e della sua Maison parigina, che acquistando le opere dei napoletani che prediligeva, e garantendosi spesso una produzione esclusiva sorvegliata da contratto, indirizzò gli orientamenti del collezionismo europeo e nordamericano.
Anche per questo motivo, in assenza di un museo dell’Ottocento napoletano, questo volume si propone come una sorta di galleria virtuale dove poter ammirare insieme i paesaggi napoletani più belli e quelli più interessanti dell’intero corso del XIX secolo.
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