Descrizione
Sotto la direzione di Valérie Bajou, curatrice generale del Museo nazionale dei castelli di Versailles e del Trianon
Nato in una famiglia di artisti, Horace Vernet è sempre stato un pittore. Nel 1822, all’età di trentatré anni, era già famoso e riceveva commesse dalla Maison du Roi. Ma quell’anno le sue opere furono rifiutate al Salon, perché, in piena Restaurazione, l’artista rappresentava coccarde tricolori nelle sue scene di battaglia. Espose poi nel suo laboratorio una cinquantina di dipinti e ottenne un enorme successo. Eletto all’Istituto nel 1826, divenne, contro ogni aspettativa, direttore dell’Accademia di Francia a Roma nel 1829. Horace Vernet condivise con Théodore Géricault il suo gusto per gli argomenti contemporanei, che trattava come argomenti storici, e per la letteratura inglese. Le sue composizioni, le sue inquadrature, la sua tecnica rapida, il suo tocco a volte abbozzato fanno di lui un grande artista romantico.
Il suo principale protettore, il duca d’Orléans, divenuto re Luigi Filippo, Orazio Vernet abbandonò la protesta per chiedere scusa. Ora esegue ordini per le Gallerie storiche del Palazzo di Versailles. Nel 1833 scoprì l’Algeria durante un viaggio ufficiale. Affascinato, cattura gli abitanti in un’apparente fedeltà alla realtà che dà l’illusione della verità. Le sue tele gigantesche, che ricoprono le pareti delle stanze dell’Africa, seducono con il loro entusiasmo marziale così come con i loro aneddoti pittoreschi; costruiscono un’immaginazione che gli storici e gli storici dell’arte si sforzano di decifrare oggi
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