Descrizione
Nell’eterogeneità degli stili che caratterizza il periodo dal 1650 al 1750, il cosiddetto tardo Barocco, è possibile rintracciare un elemento comune nel rivoluzionario senso di apertura degli edifici, in nessun altro luogo così vigoroso e originale come in Piemonte. L’architettura aperta prende infatti avvio a Torino e dintorni con Guarino Guarini, per diventare poi un orientamento coerente, nel Settecento, con Filippo Juvarra e i suoi successori: Benedetto Alfieri e Bernardo Vittone. È proprio quest’ultimo a fornire la più esauriente definizione di questo nuovo modo di concepire le strutture architettoniche, in cui l’apertura lascia «all’occhio la libertà di potersi a suo piacere per essa distendere, e pienamente in tal modo de’ vari aspetti di lei godere».
Il volume, corredato di un ricco apparato iconografico e documentario, offre uno studio approfondito in particolare su Juvarra e i suoi principali progetti (dalla Venaria Reale a Stupinigi, alle numerose chiese ed edifici) e un’acuta lettura dei suoi famosi album di dipinti conservati nei più importanti archivi italiani e stranieri.
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