Storia della Pittura Veneziana

 915,00

 Volume 1: Dai mosaici di San Marco al XV secolo ESAURITO/SOLD

Volume 2: Da Giovanni Bellini a Vittore Carpaccio

Volume 3: Da Giorgione al Primo Tiziano

Volume 4: Tiziano e la sua Cerchia

Volume 5: Tintoretto e il suo Ambiente

Volume 6 Paolo Veronese e Jacopo Bassano

Volume 7 Da Palma il Giovane a i “Tenebrosi”

Vol.6,for.21×27,pag.2425,ill.1461,b/n.1130,col.301,lin.Ted

rilegatura rigida

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Descrizione

TOMO 1 ESAURITO/SOLD

La prevalente nei mosaici di San Marco bizantina costituisce il presupposto per il sollevamento alla fine della pittura veneziana 13 ° secolo (affresco e pittura da cavalletto) e rimarrà per molto tempo determinando, tra gli altri, Paolo Veneziano. Con Lorenzo Veneziano, il passaggio al gotico ha luogo, con il loro rappresentante principale, Jacobello del Fiore, arriva alla svolta. Per un tempo più lungo che in altre parti d’Italia la pittura veneziana ha aderito alle tendenze dello stile internazionale, così come la preferenza per il magnifico, il decorativo. Segni del primo Rinascimento compaiono nell’opera di Giovanni d’Alemagna e Antonio Vivarinis e Jacopo Bellini. Lo stile autoctono di Vivarinis trova infine i suoi principali rappresentanti in Bartolomeo Vivarini, Andrea da Murano e Carlo Crivelli.

TOMO 2

Il secondo volume della “Storia della pittura veneziana” copre il periodo che va dalla metà del 15 ° secolo, a circa 1520. Nel centro è Giovanni Bellini, creatore di numerose pale d’altare e dipinti devozionali e il fratello Gentile un ritrattista ricercato. Tra i suoi più importanti seguaci includono Cima da Conegliano, Marco Basaiti, il giovane Lorenzo Lotto, Boccaccio Boccaccino e la famiglia di artisti di Santa Croce, che ha tenuto fino a buona parte del 16 ° secolo sulla tradizione stile del Quattrocento. A seguito di un capitolo sulla Gentile Bellini, che divenne il suo ciclo di storie immagini nel Palazzo Ducale, così come il pittore preferito di Dogenbildnissen dell’artista stato riconosciuto della Repubblica Marinara, un contributo alla Vittore Carpaccio Il secondo focus del saggio.

TOMO 3

Il terzo volume della “storia della pittura veneziana” comprende il tempo dalla fine del XV secolo, fino a circa il 1520. La messa a fuoco di Giorgione, che ha posto l’inaugurazione della “maniera moderna” (Vasari) le basi per la moderna pittura veneziana. Non c’è quasi nessun altro pittore italiano che abbia così diviso la ricerca storico-artistica come Giorgione. Le cause di questo disaccordo si basa su un materiale di origine povera, così come il fatto che poche opere dell’artista come assicurato gelten.Über l’opulento, stato altamente discrepanti di ricerca a tenere una conferenza fondamentale per confermare la tesi o corretti e qualche volta entrare in nuovi risultati indipendenti, è un obiettivo di questo lavoro. A ciò si aggiunge la tendenza, spesso trascurata in letteratura, analizzare i dipinti in termini di forma, colore e iconografia – inseriti nel contesto comparativo. Nessuno dei contemporanei artistici di Giorgione riuscì a sfuggire alla sua influenza; giustamente si parla del fenomeno del “Giorgionismo”. La più notevole è il giovane Tiziano, il cui primo periodo creativo è dedicato ancora a chiudere a seconda del Giorgione, allo stesso tempo già mostrando i primi segni di emancipazione successo. In una digressione sulla “Giorgionismo” Sebastiano è – accanto a Tiziano – come “creato” (creatura) ha chiamato il maestro di Castelfranco, a ragione, visto che i due giovani artisti hanno più volte contribuito alla realizzazione di opere di Giorgione. Colore e iconografia – integrati nel contesto comparativo – per analizzare con precisione. Nessuno dei contemporanei artistici di Giorgione riuscì a sfuggire alla sua influenza; giustamente si parla del fenomeno del “Giorgionismo”. In primo piano spicca il giovane Tiziano, il cui primo periodo creativo è ancora caratterizzato da una stretta dipendenza da Giorgione, ma allo stesso tempo mostra già i primi segni di sforzi di emancipazione riusciti. In una digressione sulla “Giorgionismo” Sebastiano è – accanto a Tiziano – come “creato” (creatura) ha chiamato il maestro di Castelfranco, a ragione, visto che i due giovani artisti hanno più volte contribuito alla realizzazione di opere di Giorgione. Colore e iconografia – integrati nel contesto comparativo – per analizzare con precisione. Nessuno dei contemporanei artistici di Giorgione riuscì a sfuggire alla sua influenza; giustamente si parla del fenomeno del “Giorgionismo”. La più notevole è il giovane Tiziano, il cui primo periodo creativo è dedicato ancora a chiudere a seconda del Giorgione, allo stesso tempo già mostrando i primi segni di emancipazione successo. In una digressione sulla “Giorgionismo” Sebastiano è – accanto a Tiziano – come “creato” (creatura) ha chiamato il maestro di Castelfranco, a ragione, visto che i due giovani artisti hanno più volte contribuito alla realizzazione di opere di Giorgione. giustamente si parla del fenomeno del “Giorgionismo”. In primo piano spicca il giovane Tiziano, il cui primo periodo creativo è ancora caratterizzato da una stretta dipendenza da Giorgione, ma allo stesso tempo mostra già i primi segni di sforzi di emancipazione riusciti. In una digressione al “Giorgionismo” Sebastiano è – accanto a Tiziano – indicato come “creato” (creatura) del maestro di Castelfranco, a ragione, considerando che i due giovani artisti hanno più volte contribuito al completamento delle opere di Giorgione. giustamente si parla del fenomeno del “Giorgionismo”. In primo piano spicca il giovane Tiziano, il cui primo periodo creativo è ancora caratterizzato da una stretta dipendenza da Giorgione, ma allo stesso tempo mostra già i primi segni di sforzi di emancipazione riusciti. In una digressione al “Giorgionismo” Sebastiano è – accanto a Tiziano – indicato come “creato” (creatura) del maestro di Castelfranco, a ragione, considerando che i due giovani artisti hanno più volte contribuito al completamento delle opere di Giorgione.

TOMO 4

L’obiettivo principale è la numerosa, in precedenza nella ricerca (soprattutto italiani) analisi in gran parte ignorato, il che – metodologicamente sostenuto anche dalla teoria della Gestalt e la psicologia cognitiva – Riflessioni sulla iconografia, la struttura, il colore, la luce e il tempo dell’immagine si basano. Lo studio del colore ha un significato speciale, soprattutto perché questo è l’aspetto della ricerca più trascurato nella letteratura specialistica. Per tutte le nuove intuizioni ermeneutiche e risposte alle questioni artistiche qualità così come suggerimenti per la risoluzione di contenziosi di datazione e l’attribuzione dei problemi a volte sorgere. Inoltre, i dipinti vengono discusse non solo all’interno della tradizione pittorica veneziana, ma sulla base del metodo comparativo nel contesto nazionale.

TOMO 5

l quinto volume – inserito nelle condizioni politiche ecclesiastiche, sociali e nazionali della Serenissima – è caratterizzato da Jacopo Tintoretto e dal suo ambiente artistico. A partire da Tiziano e influenzato da Michelangelo e il centro italiano Manierismo Jacopo è sviluppato in concorrenza con Paolo Veronese, a poco a poco diventati i maggiori rappresentanti della pittura veneziana. L’obiettivo principale è la numerosa, in precedenza lasciato nella ricerca da parte analisi del lavoro, che – metodologicamente sostenuto anche dalla teoria della Gestalt e la psicologia cognitiva e letteratura comparata – Considerazioni iconografia, la composizione, il colore, la luce e il tempo dell’immagine si basano. Di particolare importanza è l’esame del colore, soprattutto perché questo è l’aspetto della ricerca più trascurato nella letteratura specialistica. Tutto ciò si traduce spesso in nuove intuizioni ermeneutiche e risposte a problemi di qualità artistica, nonché proposte per risolvere problemi di appuntamenti spesso controversi. Ciò solleva la questione di come a volte Tintoretto abbia fatto ricorso al coinvolgimento del suo laboratorio, in particolare l’aiuto di suo figlio Domenico. espressivi, figure grassetto spesso abbreviato del Tintoretto aggiungere fino a composizioni in cui combina grande profondità sulla superficie servitù per effetto complessivo teso ritmicamente movimento. Inizialmente, Tintoretto dipinse in colori brillanti intervallati da toni neri e marroni.

TOMO 6

Paolo Veronese e Jacopo Bassano sono tra i grandi maestri della pittura veneta del Cinquecento. Il focus principale del libro è quindi su numerose analisi di opere, finora largamente trascurate in letteratura, e che si basano su considerazioni di iconografia, struttura, coloritura, luce e tempo dell’immagine. Nella pittura del Veronese domina lo stile del tardo rinascimento; l’artista è famoso per la sua predilezione per composizioni allegre, festose, dal contenuto mitologico e biblico. Bassano è da considerarsi un’antitesi artistica al Veronese. Dagli anni ’60 ha abbandonato la sua colorazione luministica a favore di una combinazione di colori cupa che termina con le riproduzioni. Indipendentemente da ciò, i temi religiosi svolgono ancora un ruolo importante nelle sue opere, anch’esse avvolte nell’oscurità.

TOMO 7

Il presente volume copre un arco di tempo che va dal 1580 al 1680 circa e riguarda la vita e l’opera di una ventina di artisti la cui opera è stata finora trattata solo sporadicamente nella letteratura specialistica di lingua tedesca. A partire dal tardo manierista Palma il Giovane, a cui è dedicato un capitolo particolarmente dettagliato, Padovanino e Saraceni seguono dall’inizio del Seicento, uno radicato nel classicismo barocco, l’altro influenzato dal caravaggismo. Si discute inoltre di un gruppo di artisti (Fetti, Liss e Strozzi) chiamati dall’estero a Venezia, che diedero l’impulso decisivo allo sviluppo della pittura barocca veneziana. L’ultimo capitolo è dedicato a un gruppo di artisti conosciuti come i “Tenebrosi”, i pittori delle tenebre.

Informazioni aggiuntive

Peso 15 kg
Editore

BOHLAU

Anno

2007/17

Autore

Günter Brucher

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in 15 Giorni/Days

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